Allarme siccità e crisi idrica in tutto il Piemonte: la Regione ha chiesto lo stato di emergenza e la dichiarazione dello stato di calamità per l’agricoltura.
Richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, nonché il rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture: queste le principali misure che la Regione Piemonte sta mettendo in campo per fronteggiare la crisi idrica che sta colpendo l’Italia centro-settentrionale a causa del prolungarsi della siccità.
Le decisioni sono state assunte nel corso dell’insediamento del Tavolo permanente di monitoraggio, voluto dal presidente Alberto Cirio e coordinato dall’assessore all’Ambiente Marnati, di cui fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’ARPA Piemonte, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari.
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“La crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale -ha spiegato Cirio- Per questo motivo è stato chiesto per il comparto agricolo lo stato di calamità naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni“.
È stata inoltre valutata la possibilità di agire, in accordo con i gestori degli invasi, per rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione.
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Il presidente Cirio ha fatto il punto anche sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico. “Al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri: 80 quelli nel Torinese che hanno emanato o stanno per emanare ordinanze; in tre è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne. In provincia di Cuneo ci sono 10 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e in 5 si è già intervenuti con autobotti“.
Si tratta di una crisi idrica peggiore di quella del 2003, tanto che il Po ha una portata d’acqua inferiore del 72% di quella naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne.
“Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo -ha concluso Cirio- E’ però importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato“.
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