Intervista al giovane villastellonese Leonardo Violo, che ha partecipato a Sanremo 2024 con il coro delle Voci Bianche del Teatro Regio di Torino.
Leonardo Violo, 14 anni, di Villastellone, ha partecipato, insieme al coro delle Voci Bianche del Teatro Regio di Torino, a Sanremo 2024, nella serata del 9 febbraio. La sua passione per la musica e il canto corale hanno aperto, per lui e per i suoi genitori, un mondo fatto di occasioni inaspettate e opportunità uniche. “Il Carmagnolese” lo ha intervistato insieme ai genitori Angela Delfitto e Corrado Violo.
Da quanto tempo fai parte del coro di Voci Bianche del Teatro Regio di Torino e perché hai deciso di intraprendere questa disciplina?
Ne faccio parte da otto anni; all’inizio, da bambino, cantavo a casa, poi ho iniziato a farlo anche a scuola, una volta a settimana, con il maestro Giorgio Tallone. È stato lui a mandare me ed alcuni altri allievi a cantare all’Accademia Musicale di Trofarello, con la maestra Orietta, dove ho cantato per un anno. Per entrare a far parte del coro delle Voci Bianche del Teatro Regio ho superato due audizioni, a distanza di un anno, la durata del corso preparatorio.
In cosa puoi dire di essere stato arricchito, a livello personale, da questa esperienza?
Dal punto di vista culturale mi sento profondamente arricchito, perché è stata per me l’occasione di scoprire un mondo a me del tutto sconosciuto, quello della musica classica e del teatro lirico. Come molti ragazzi della mia età (ma anche come molti adulti) avevo un forte pregiudizio riguardo questa tipologia di musica, perché la consideravo “vecchia” e fuori moda. Grazie al maestro del coro, Claudio Fenoglio, io e gli altri 90 ragazzi e bambini che fanno parte del coro, siamo stati trascinati in questo flusso di ricchezza, che ha eliminato il pregiudizio, lasciando il posto alla passione. Oggi posso dire che la musica classica è la musica che ti fa vivere più emozioni.
Ci sono esperienze speciali, come ad esempio la possibilità di partecipare a Sanremo, che hai fatto grazie al coro e che hai voglia di condividere?
Vivere il mondo del teatro, in un contesto come quello del Teatro Regio di Torino, è già di per sé un’esperienza speciale; c’è tutta la parte preparatoria, il dietro le quinte, che senza questa esperienza non avrei potuto conoscere. È sicuramente una disciplina faticosa, in termini di tempo e impegno, ma è una fatica che viene ampiamente ripagata. L’ambiente poi è fantastico, per noi ragazzi il teatro è come una seconda casa, abbiamo i nostri amici, possiamo confrontarci ed imparare nuove cose. Oltre alla possibilità di cantare durante spettacoli importanti, abbiamo la possibilità di firmare contratti, come ad esempio quelli per fare le comparse a teatro.
Cosa diresti ad un bambino che come te voglia avvicinarsi a questa disciplina?
Gli consiglierei sicuramente di approcciarsi a questo mondo fantastico. È una disciplina che richiede molto impegno ma l’impegno è ripagato pienamente a livello personale, culturale, di emozioni e di felicità. La musica è un potentissimo strumento di comunicazione, che può abbattere ogni muro ed ogni barriera.
(Ai genitori Angela Delfitto e Corrado Violo) Cosa direste voi ai genitori di questi bambini e ragazzi, in base alla vostra esperienza con Leonardo?
Noi conosciamo i nostri figli attraverso le esperienze che vivono; certo, se avessimo dovuto basarci sulla passione iniziale di Leo per la musica classica, probabilmente non avrebbe mai intrapreso l’esperienza del coro. La musica è la sua passione, ma senza la curiosità iniziale non avremmo potuto dargli questa possibilità: dalla prima audizione, non ha mai più abbandonato. Ci piacerebbe che le opportunità educative offerte dal Teatro Regio di Torino si diffondessero anche in provincia in modo da coinvolgere quanti più bambini possibile. Un’altra cosa secondo noi bellissima è che il maestro Claudio Fenoglio, insegnante carismatico e molto amato da alunni e genitori, riunisce 90 ragazze e ragazzi in una fascia d’età che va dagli 8 ai 14 anni circa per i ragazzi e fino ai 18 anni per le ragazze, che non mancano mai alle prove. Pensiamo che cantare insieme in un coro, dove la propria voce deve armonizzarsi con le voci degli altri, senza prevalere, sia un aspetto formativo rilevante, nonché la base della convivenza civile.
Uno scaffale per il book crossing al cinema Jolly di Villastellone