Intervista a Paolo Fattore, studente carmagnolese vincitore del David Giovani

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Paolo Fattore, studente del Baldessano-Roccati di Carmagnola ha vinto il David Giovani per il miglior elaborato di critica ad alcuni film in gara; ad agosto il ragazzo sarà ospite al Festival del Cinema di Venezia.

Si è tenuta una nuova edizione del Premio David Giovani

Con l’inizio del 2023 è stata inaugurata la 68esima edizione dei “David di Donatello”, il prestigioso premio cinematografico assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano; in concomitanza con questa celebre competizione, si è tenuta una nuova edizione del Premio David Giovani, ossia sempre una competizione cinematografica che vede però alla giuria alcuni studenti delle scuole secondarie superiori. A ogni giurato è stata data la possibilità di scrivere un elaborato sull’esperienza vissuta e, a livello regionale, è stato poi selezionato il migliore.

Nella regione Piemonte diversi studenti hanno aderito all’iniziativa, ma a vincere è stato uno studente al quarto anno del liceo scientifico Baldessano-Roccati di Carmagnola: Paolo Fattore, un ragazzo di 17 anni, appassionato di arrampicata.

I giovani giurati sono stati impegnati nella visione di 15/20 film italiani in uscita o dell’ultima stagione, scelti tra quelli selezionati dall’Ente David di Donatello, da una apposita commissione.

Al termine delle visioni dei film, ogni giurato è stato chiamato a votare il migliore tra quelli visionati sulla piattaforma Agiscuola. Al film che ha ricevuto più voti a livello nazionale è stato quindi assegnato il Premio David Giovani in occasione della cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2023.

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I vincitori di ogni regione avranno la possibilità, a fine agosto e inizio settembre, di essere ospiti dell’Agiscuola nazionale all’ 80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in qualità di componenti della giuria del “Leoncino d’Oro Agiscuola”. I 2° classificati, sempre in ambito regionale, parteciperanno invece al Campus Cinema Scuola Giovani che si terrà a Roma nell’autunno 2023.

Partendo in generale dal progetto a cui hai partecipato, ti va di spiegarmi come avete lavorato all’interno della scuola e che sostegno avete avuto?

“Innanzitutto il progetto, nel nostro istituto, è stato proposto a tutti i licei dal professore Enrico Olivero. Una mattina, Olivero, ha fatto il giro di tutte le quarte e, dopo aver spiegato alcune linee guida, ha iniziato a raccogliere i nominativi degli studenti interessati a partecipare. Da lì in poi è iniziata una corrispondenza tramite email: ci inoltrava le comunicazioni più importanti e le credenziali per accedere al sito in cui poter guardare i film. La nostra votazione e il nostro elaborato sono stati inviati sempre ad Olivero e da lì abbiamo atteso i risultati.”

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Per che film hai votato?

“Io ho votato “Siccità”, di Paolo Virzì, perché mi ha affascinato sotto tanti punti di vista. Innanzitutto ho trovato spettacolare l’interpretazione degli attori e ho inoltre ritrovato in questo film una vasta esplorazione del lato umano delle persone. Non per ultimo, è stato particolarmente interessante il lato ambientalista di una produzione che fotografa una situazione catastrofica di siccità.”

Quando Olivero ha proposto il progetto, sei stato subito interessato a partecipare? Cosa ti ha spinto a metterti in gioco?

“Quando mi si è presentata davanti quest’opportunità ho subito sentito un forte interesse. Quel che più mi ha stuzzicato non è stata solo l’idea di guardare e analizzare dei film ma, soprattutto, il fatto che quei film fossero italiani. Trovo infatti che il cinema Italiano sia spesso sottovalutato, o almeno così sento in giro quando ne discuto con amici e conoscenti, eppure io credo abbia del potenziale, e in parte questo progetto me lo ha dimostrato.”

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Nel tuo elaborato tratti il tema della lingua nel cinema. Come mai hai voluto analizzare questo aspetto e quali sono le tue considerazioni a riguardo?

“Ad essere sinceri l’idea di una discussione sulla lingua e il cinema mi ronza in testa da un paio d’anni. Usciva infatti tempo fa la serie di Zerocalcare, “Strappare lungo i bordi”, che ha dato inizio ad un dibattito con alcuni miei amici: io sostenevo che la parlata romanesca di Zerocalcare fosse non solo comprensibile ma anche un tocco di stile, mentre alcuni di loro ne percepivano il fastidio a non capire in maniera fluida tutti i discorsi. Vedendo i film in gara mi sono imbattuto in situazioni simili: film in napoletano stretto non sottotitolati o brevi dialoghi in lingua straniera. Ragionando su questo tema mi sono ritrovato dentro ad un dilemma. Io credo nella democraticità del cinema, in un cinema cioè che sia fruibile a tutti. D’altra parte però riconosco il film come una produzione artistica e le scelte linguistiche restano scelte artistiche. Capisco il regista che mette i sottotitoli per rendere a tutti comprensibile il suo film, ma capisco anche quello che non lo fa per non tradurre la sua arte o per non distogliere lo sguardo da inquadrature o dal film in generale. Mi sono posto una domanda a cui ancora non trovo risposta… la fruibilità del film prevale sulla scelta artistica?

Riguardando indietro, cosa credi ti abbia lasciato questa esperienza?

“Sicuramente posso dire che aderire a questo progetto mi ha arricchito perché per la prima volta sono stato chiamato a dare un giudizio critico sul cinema che non rimanesse solamente in ambienti informali. Vincere nella mia regione mi ha inoltre sicuramente permesso di credere di più in me stesso. Non mi aspettavo di vincere e l’ho scoperto, oltretutto, in maniera casuale, da una chiamata di un mio amico che aveva ricevuto l’email in cui venivano comunicati i vincitori. Ora mi aspetta il festival di Venezia. Partirò il 29 agosto insieme agli altri vincitori di altre regioni e saremo ospiti fino al 9 Settembre”. 

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