Carmagnola in Promozione: cosa sapere sulla categoria

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Carmagnola in Promozione: cosa sapere sulla categoria

CSF Carmagnola in Promozione
Un momento della sfida tra CSF Carmagnola e Cheraschese: sfumato il sogno del passaggio in Eccellenza, il team di mister Contieri resterà in Promozione anche per la prossima stagione sportiva (foto: sito Csf Carmagnola)

Il calcio piemontese è in fermento. A tutti i livelli. In Serie A il Torino vuole mettere le basi per tornare in Europa e la Juventus appare scatenata sul mercato. Nelle serie minori, specie in Promozione, a spiccare è invece la storia del CSF Carmagnola, che dopo essersi qualificato per i playoff per salire in Eccellenza non è riuscito a completare il suo percorso, rimanendo nella sesta divisione del calcio italiano.

Tutta colpa della Cheraschese, almeno stando ai comunicati della società che parla di un esito immeritato. Il Carmagnola ha scelto Tommaso Schiavo come responsabile del settore giovanile e ha deciso di puntare ancora su Sandro Contieri per la panchina della prima squadra. A livello locale, in tanti credono che questa compagine possa compiere una bella risalita nel prossimo futuro.

Con la Promozione si intende comunque un calcio di livello dilettantistico. Si tratta di un campionato gestito dai Comitati Regionali della Lega Nazionale Dilettanti, la cui denominazione viene utilizzata dal lontano 1912, quando indicava il secondo livello del calcio nostrano.

Le caratteristiche dei vari gironi non sono omogenee in tutte le aree della nazione, in quanto i gruppi sono a base regionale. La quantità di squadre ammesse e da far retrocedere può cambiare, quindi.

La prima in classifica di ogni gruppo, comunque, va direttamente in Eccellenza, mentre le altre migliori classificate devono giocarsi i playoff, proprio come ha fatto il Carmagnola di recente. Rare sono le eventualità di ripescaggi.

Di norma, l’ultima formazione in classifica retrocede in Prima Categoria e nella maggior parte dei casi vengono istituiti i playout per determinare altre squadre da bocciare.

Inizialmente la Promozione veniva dopo la Prima Categoria, che un centinaio di anni fa contava un gran numero di squadre partecipanti. Una sequela di riforme portò poi a una riorganizzazione delle serie e precisamente nel 1948 la Promozione fu posta al di sotto della Serie C, diventando la quarta divisione del calcio italiano.

La Promozione che conosciamo oggi è solo omonima del campionato che veniva disputato all’inizio del secolo scorso, insomma. I cambiamenti nel corso del tempo sono stati molteplici. Addirittura, sul finire degli anni ‘50 si parlava di Campionato Nazionale Dilettanti e non di Promozione, che tornò ufficialmente tra i quadri dello sport nazionale nel 1967, divenendo la quinta divisione, nonché la massima serie a livello regionale.

Nel 1991, tuttavia, fu l’Eccellenza ad essere riconosciuta come principale categoria regionale, mentre la Promozione è scesa al secondo livello calcistico regionale. Da allora la situazione è rimasta immutata.

La Promozione rappresenta quindi una sorta di trampolino di lancio per quelle realtà più piccole che conservano comunque qualche velleità di entrare nel vero calcio professionistico. Non sorprende che le imprese di alcune squadre specifiche riescano a balzare agli onori della cronaca.

Va da sé che il tasso tecnico delle formazioni della Promozione non sia neanche lontanamente paragonabile a quello delle squadre che sentiamo nominare tutti i giorni sui quotidiani.

Anche le scommesse sportive attive online tendono a snobbare le serie minori. Forse considerare la Promozione come l’anticamera del grande calcio sarebbe esagerato, ma sognare non costa niente. I propositi di tanti giocatori in erba passano proprio per i campi regionali…