I sindaci e la Città metropolitana di Torino chiedono un incontro ai parlamentari piemontesi sul tema del deposito delle scorie nucleari e denunciano: “siamo stati scavalcati da un annuncio a sorpresa”. Carmagnola annuncia un Consiglio comunale aperto sul tema.
“Sul deposito delle scorie nucleari siamo stati scavalcati da un annuncio a sorpresa, amareggiati per il rischio di cancellare in un colpo anni di promozione territoriale e di investimenti sui prodotti locali di qualità“.
Questo, in sintesi, quanto è emerso oggi dall’incontro convocato d’urgenza dalla Città metropolitana di Torino con i sindaci dei siti ricompresi nell’elenco pubblicato da Sogin, società pubblica di gestione del nucleare, dopo il nullaosta del Governo.
Oggi pomeriggio, i primi cittadini Ivana Gaveglio (Carmagnola), Maria Rosa Cena (Caluso), Marco Formia (Mazzè) e Antonio Magnone (Rondissone) con Claudio Castello (Chivasso), Francesco Principi (Villastellone) e Angelita Mollo (Poirino) -incontrando online il vicesindaco metropolitano Marco Marocco- hanno ribadito la preoccupazione che queste scelte possano avere ricadute sulle popolazioni, già spaventate dalla pandemia da Covid.
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“Si tratta di Amministrazioni comunali che negli anni hanno investito molto sui rispettivi territori per dare valore alle produzioni locali -sottolineano dalla Città metropolitana- Basti citare il peperone di Carmagnola con l’intero distretto del cibo, la tinca gobba di Poirino, l’Erbaluce di Caluso e la nocciola di Caluso che sta per ottenere il marchio IGP”.
Accanto alla sorpresa e alla generale contrarietà dei sindaci nell’apprendere dai giornali che il proprio territorio era stato individuato quale sede idonea a un deposito nazionale nucleare, sono già forti i dubbi sui criteri utilizzati per l’individuazione dei 67 siti.
Con quali criteri sono stati scelti i siti per il deposito nucleare?
I Comuni di Carmagnola e Chivasso si stanno già muovendo per organizzare una seduta aperta del proprio Consiglio comunale e tutti i sindaci hanno sottolineato il loro impegno ad approfondimenti tecnici nei prossimi 60 giorni.
“Intanto chiederemo un incontro ai parlamentari piemontesi e supporteremo i Comuni con gli approfondimenti tecnici necessari a comprendere la genesi delle scelte di Sogin -assicura il vicesindaco metropolitano Marco Marocco- Resta grave il mancato coinvolgimento degli amministratori locali da parte del Governo centrale“.
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