Distretto del Cibo e Comuni: Italia Viva invia una “lettera dal passato”

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I referenti territoriali di Italia Viva inviano una lettera aperta dal passato ai 25 Comuni del Distretto del Cibo del Chierese e Carmagnolese.

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Italia Viva invia una lettera ai 25 Comuni del Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese ipotizzando le scelte che avrebbe fatto Cavour

Riceviamo da Italia Viva in merito al Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese e pubblichiamo:

Se Cavour oggi ci potesse mandare una delle sue celebri lettere ci direbbe che le riforme
illuminate possono determinare il destino di un intero territorio.

Teorico del “giusto mezzo“, conscio dei cambiamenti che due secoli fa stavano maturando nel commercio, nelle tecnologie, nei trasporti, nella finanza, Cavour aspirava al progresso, imperniato su nuove e moderne istituzioni.

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Oggi Cavour ci direbbe che il principale ostacolo alla crescita e allo sviluppo del nostro
territorio è rappresentato dai troppi confini comunali.

Per esempio in tutta franchezza farebbe presente che la troppa frammentazione amministrativa limita la visione d’insieme necessaria per creare un’identità di territorio e frena le energie e le potenzialità di questi luoghi; che i 25 documenti di programmazione, i 25 approcci diversi su urbanistica, sviluppo industriale, valorizzazione del territorio, cultura, turismo… sono troppi; che le scelte strategiche importanti su viabilità, trasporti, promozione del territorio, politica sanitaria… varcano sempre i confini dei Comuni; che le singole eccellenze comunali per esprimere tutto il loro potenziale, come avviene in un coro polifonico, hanno bisogno delle sinergie che solo un’area vasta può garantire.

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La nascita del Distretto del Cibo del Chierese e Carmagnolese –ci direbbe Cavour– può essere l’occasione per amministratori e cittadini di fare un salto di qualità.

In concreto Cavour, che è stato capace di accorciare le distanze con la Francia con il traforo del Frejus e di rendere fertili vaste aree del Piemonte con il Canale Cavour, potrebbe chiederci una nuova fase “Costituente” in grado di cambiare il volto del nostro territorio attraverso la nascita di soli tre grandi Comuni intorno a Chieri, Carmagnola e Santena e ad una proposta politica segnata da grandi progetti e da un processo di forte armonizzazione.

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Tutto questo insieme ad un disegno di distretto che renda le nostre terre riconoscibili con un calendario unico e integrato di itinerari turistici, culturali e gastronomici e soprattutto con un’unica visione strategica di sviluppo dell’agricoltura e della trasformazione degli alimenti.

Se avessimo realizzato per tempo la semplificazione amministrativa suggerita da Cavour, il PNRR avrebbe avuto una ricaduta molto più forte.

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Come eredi di Cavour, gli amministratori dei 25 Comuni, che daranno vita al Distretto del
Cibo, potrebbero fare la prima mossa, costituendo un tavolo permanente di confronto con
l’obiettivo specifico di armonizzare progetti e regole ed iniziare a valutare le prime  possibili aggregazioni fra Comuni.

Chi ne trarrebbe vantaggio? Tutti i residenti dei 25 Comuni. Ecco perché potrebbe valer la pena imboccare con decisione la strada delle riforme indicate dal padre nobile del nostro territorio e dell’Italia e abbandonare il tradizionale e falsamente rassicurante “Bogia Nen”.

Per i Comitati di Italia Viva del Chierese e Carmagnolese
Federica Zamboni e Pier Antonio Pasquero

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