L’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta commenta positivamente il progetto del DNA canino a Carmagnola, di cui è partner fin dall’avvio nel 2018.
L’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta commenta positivamente il progetto del DNA canino a Carmagnola, di cui è partner fin dall’avvio nel 2018.
«Risalire ad un individuo grazie all’analisi del suo DNA è una tecnica ampiamente utilizzata in genetica forense umana, spesso per risalire a chi si è reso colpevole di aver commesso un crimine -sottolineano dall’Istituto- Analoghe tecniche e principi di analisi sono utilizzati dal nostro laboratorio di Genetica nell’ambito del progetto di lotta alla fecalizzazione canina nelle aree urbane della città di Carmagnola».
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A partire dal tampone salivare, prelievo non invasivo e non doloroso, si può infatti creare una “carta d’identità” genetica di ogni singolo cane, basata sull’analisi di 17 marcatori, piccole sequenze di DNA che rendono unico ogni animale.
Lo stesso profilo genetico, dato dai 17 marcatori, è individuabile anche nelle deiezioni canine: diventa quindi facile confrontare il profilo ottenuto con tutti i profili dei cani residenti nel Comune e individuare il “responsabile” in modo inequivocabile.
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«Questo è un esempio virtuoso di come la collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni possa migliorare la qualità della vita dei cittadini», sottolinea il medico veterinario Pier Luigi Acutis, dirigente della Struttura Genetica e tecniche omiche avanzate dell’Istituto Zooprofilattico.
Oltre a migliorare l’igiene urbana di un territorio, l’iniziativa è vista anche come un atto per tutelare al meglio la salute pubblica e quella animale. «In questo modo si previene la diffusione di malattie infettive: è noto, infatti, che le deiezioni abbandonate nell’ambiente possono essere veicolo di agenti patogeni pericolosi per altri cani e anche per l’uomo -conclude Acutis- La determinazione del profilo genetico è inoltre un beneficio anche per i proprietari, per identificare il proprio cane in caso di furto, smarrimento, investimento e qualora il microchip non fosse più leggibile».
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