Legambiente Piemonte dice no alla caccia di 15 specie protette

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Giorgio Prino, presidente regionale di Legambiente: “No all’apertura alla caccia a 15 nuove specie in Regione Piemonte”. Chiesto un rinvio del disegno di legge a dopo l’emergenza sanitaria.

caccia Piemonte Legambiente Prino


Legambiente Piemonte manifesta la sua contrarietà al disegno di legge regionale in discussione in Regione Piemonte, in cui si prevede l’abrogazione del divieto di caccia per quindici specie ad oggi protette.

Le quindici specie protette, per cui potrebbe a breve venire aperta la caccia in Piemonte, sono: il fischione, la canapiglia, il mestolone, il codone, la marzaiola, la folaga, il porciglione, il frullino, la pavoncella, il combattente, il moriglione, l’allodola, il merlo, la pernice bianca e la lepre variabile.

Legambiente Piemonte chiede il rinvio a nuova discussione, una volta fuori dall’attuale stato emergenziale causato dal COVID-19, anche riguardo la deroga al divieto d’inserimento di fauna selvatica “pronta caccia”; il via libera alla caccia notturna al cinghiale e il ridimensionamento dell’utilizzo di capi d’abbigliamento ad alta visibilità.

«In questo momento di emergenza sanitaria, non è ragionevole procedere a tutto sprone su norme complesse come quelle contenute nel disegno di legge in questione –dichiara il carmagnolese Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta In questo momento storico è pericoloso prevedere maggiore mobilità venatoria (specie, tempi e spazi): una vera e propria deregulation per un’attività assolutamente non necessaria al Paese, che crea anche danni alla fauna e all’ambiente».

«Sarebbe esattamente l’opposto rispetto a quanto tutte le indicazioni scientifiche chiedono per difendere la salute dei cittadini e favorire e sostenere una ripresa sociale ed economica in un contesto fortemente cambiato dalla pandemia» conclude Prino.

«Stiamo assistendo ad un tentativo evidente e completamente ingiustificato di andare verso il “grilletto libero” –prosegue Angelo Porta, vicepresidente di Legambiente regionaleFra le specie a cui si vuole aprire la caccia in Piemonte, alcune sono “minacciate a livello globale”, altre sono in pericolo sul continente europeo, altre infine a forte rischio in relazione ai cambiamenti climatici dell’ambiente montano».

Da Legambiente fanno infine notare che l’unica limitazione prospettata nel disegno di legge regionale, ovvero la possibilità di vietare la caccia su fondo aperto, “è legata ad un piano faunistico regionale inesistente, che la Giunta regionale ha rinviato di tre anni e che aspettiamo da “solo” 28 anni“.