Si è svolta la serata organizzata dal Comune e da Avviso Pubblico per parlare del rapporto tra mafie e gioco d’azzardo, presentata e moderata da “Il Carmagnolese”.
Il rapporto tra mafie e gioco d’azzardo, con tutte le conseguenze a livello nazionale e locale, è stato discusso nell’incontro svoltosi ieri sera in municipio, organizzato dal Comune di Carmagnola e da Avviso Pubblico, moderato da Francesco Rasero, direttore de “Il Carmagnolese”.
Al centro della serata vi era la presentazione del libro “Gioco d’azzardo, lo Stato e le mafie”, realizzato dal professor Rocco Sciarrone, docente di Sociologia delle mafie e di Processi di regolazione e reti criminali all’Università di Torino insieme ai ricercatori Lorenzo Picarella e Federico Esposito.
Grande successo per l’incontro contro le mafie al “Baldessano Roccati” di Carmagnola
Il volume è il frutto di un lungo lavoro di studio e di analisi -con la lettura oltre 10 mila pagine di 30 inchieste giudiziarie in tutta Italia e interviste ai “testimoni privilegiati”- da parte degli studiosi.
«Il gioco d’azzardo, in generale, ha un giro d’affari enorme in Italia, stimato in 130-150 miliardi di euro all’anno, pari al 7% del PIL nazionale e paragonabile alle spese totali in settori quali Sanità e Turismo», ha esordito il professor Sciarrone.
Ovvio, pertanto, che ci sia interesse anche da parte delle organizzazioni criminali «favorite dalla confusione presente nella legislazione e da aree di opacità nei rapporti con altri settori della società», le quali fanno sì che oggi le mafie siano infiltrate soprattutto nei vari ambiti del gioco legale, a partire da slot machines, VLT e online.
Sala slot chiusa a Carmagnola, il sindaco rivendica l’azione del Comune
Gli autori hanno anche sottolineato come lo Stato abbia un ritorno economico tutto sommato modesto rispetto al totale di denaro che circola nel settore («i maggiori benefici sono per i privati»), stigmatizzando l’eccessiva liberalizzazione realizzata negli anni Novanta.
«In compenso ci sono tante “esternalità negative” derivanti dall’avere un gioco d’azzardo così fortemente diffuso, a partire dalla ludopatia, che colpisce sempre di più anche i giovani, e dalle operazioni che favoriscono la criminalità, come il riciclaggio di denaro», ha sottolineato ancora Sciarrone.
Secondo gli studiosi, le possibili soluzioni per affrontare il problema, innanzitutto per quanto riguarda il contrasto della presenza mafiosa, devono andare nella direzione della de-territorializzazione del gioco online e della ridefinizione delle concessioni ed è necessaria una semplificazione della normativa che riguarda l’intero settore.
Sul tema è quindi intervenuto Claudio Forleo, responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico, che ha aggiornato sulle ultime evoluzioni del dibattito nelle Camere e nel Governo: «purtroppo la Politica sta dando decisamente ancora la priorità al gettito derivante dal gioco d’azzardo anziché avere un approccio orientato alla tutela della salute e della sicurezza, con uno sguardo dal punto di vista socio-economico», ha sottolineato.
E ha aggiunto: «Pensiamo a come sarebbe più florido il nostro Paese se quei 150 miliardi di euro all’anno fossero spesi dagli italiani nell’economia reale. Invece, purtroppo, milioni di persone si trovano con le tasche vuote a causa del gioco».
Ha infine preso la parola Tommaso Pastore, capocentro della Direzione Investigativa Antimafia di Torino: «Le mafie hanno necessità di riciclare ingenti somme di denaro derivanti da attività illegali, a partire dal traffico di stupefacenti, e da questo punto di vista il gioco d’azzardo, legale e fiorente, risulta molto appetibile -ha sottolineato- Per questo si registrano interferenze da parte della criminalità organizzata in tutta la filiera».
Le conclusioni sono state affidate al vicesindaco Alessandro Cammarata, per anni sotto scorta a causa di intimidazioni da parte delle organizzazioni malavitose: «Purtroppo il gioco d’azzardo è diventato “culturalmente accettabile” dopo l’eccessiva liberalizzazione del passato. Si tratta però di un settore che non produce ricchezza diffusa ma genera tanti problemi, molti dei quali devono essere affrontati dagli Enti locali: dalla criminalità alle dipendenze fino all’usura e al sovra-indebitamento».
In apertura della serata, tra gli applausi del pubblico e dei relatori, è stato inoltre presentato un doppio cortometraggio a tema realizzato dai ragazzi del centro di aggregazione giovanile comunale “Il laboratorio del lunedì”.
Sotto la guida del regista Nicolò Fumero, hanno ricostruito, in location carmagnolesi, due storie di loro coetanei che sono morti troppo giovani per mano della mafia: un video emozionante, forte e delicato allo stesso tempo, importante per diffondere la cultura anti-mafia anche tra le giovani generazioni.
[foto-servizio di Enrico Perotti © Il Carmagnolese]