Otto Comuni del Carmagnolese aderiscono all’appello di Coldiretti per l’emergenza cinghiali

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Otto Comuni del Carmagnolese hanno aderito all’appello lanciato da Coldiretti Torino per fermare la proliferazione dei cinghiali selvatici.

Coldiretti cinghiali
La proliferazione incontrollata dei cinghiali nel territorio sta provocando gravi conseguenze sull’agricoltura e sulla salute dei cittadini

I Comuni di Carmagnola, Pancalieri, Poirino, Pralormo, Piobesi, Santena, Cambiano e Vinovo hanno risposto all’appello di Coldiretti Torino che chiede alla Città Metropolitana e alla Regione interventi urgenti per far fronte al problema dei danni causati dalla proliferazione dei cinghiali, che sta impattando in maniera così forte sull’agricoltura e sulla salute dei cittadini.

“Nell’ultimo anno i danni da cinghiale segnalati dalle nostre aziende agricole sono più che raddoppiati –spiega Giovanni Rolle, vicedirettore della Coldiretti Torino– Soltanto in questi primi 3 mesi del 2021 le richieste che ci sono arrivate dai nostri associati sono cresciute dell’84 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2020″. 

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Nella lettera, che, dopo essere stata firmata dai sindaci dei Comuni, verrà inviata a  Regione, Città Metropolitana, Prefetto e agli enti territoriali predisposti alla caccia, vengono spiegati i problemi causati dalla proliferazione incontrollata dei cinghiali: “È noto come il fenomeno abbia assunto i caratteri dell’emergenza, costituendo un vero e generalizzato problema di sicurezza pubblica, sanitaria ed ambientale, a cui le attività di contenimento sino ad ora attuate non sono riuscite e non riescono più a porre rimedio. A tale proposito è sufficiente ricordare il crescente pericolo alla sicurezza stradale, causato dalla massiva presenza di animali, o il rischio di diffusione di malattie e di patogeni, di cui la fauna selvatica può essere portatrice”. 

Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, aggiunge: “È innegabile che la popolazione dei cinghiali in Piemonte stia crescendo a dismisura e la sua gestione sia fuori controllo. Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino devono fare di più; tre guardie ecologiche su tutto il territorio della ex provincia di Torino sono davvero troppo poche“. 

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