Piemonte, nuove regole per le visite in ospedale

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La Regione Piemonte ha aggiornato le regole per l’accesso in ospedale, con nuove linee guida per le visite ai familiari ricoverati e per l’ingresso al pronto soccorso. L’assessore Icardi: “incontrare i congiunti è un diritto che va garantito a tutti i pazienti”.

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Dalla Regione Piemonte nuove regole per accedere in ospedale, anche per le visite a pazienti ricoverati [immagine di repertorio @ fondazioneveronesi.it]
Con l’avanzare della campagna vaccinale e il mutamento della situazione pandemica, la Regione Piemonte ha aggiornato le regole per accedere in ospedale (sia per visite che per utilizzare i servizi disponibili), superando così le condizioni di estremo isolamento imposte finora ai pazienti.

I congiunti che desiderano fare visita ai propri familiari devono prima di tutto fare richiesta all’ospedale, concordato un appuntamento, possono accedere alla struttura solo in caso di avvenuta guarigione dal Covid, completamento del ciclo vaccinale da almeno 15 giorni o esito negativo al tampone.

Gli incontri hanno una durata di 20 minuti e il personale deve garantire la massima riservatezza possibile.

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Per l’accesso ai pronto soccorso è prevista la suddivisione dei pazienti in due classi: immunità efficace (ciclo vaccinale completato, aver contratto il Covid ed essere stati vaccinati in singola dose, aver avuto la malattia negli ultimi sei mesi) e immunità incerta (senza vaccinazione, con ciclo vaccinale incompleto o completato da meno di due settimane, pazienti per i quali non è possibile valutare lo stato immunitario). Sulla base di queste distinzioni sarà possibile meglio definire il percorso da attivare.

Incontrare i congiunti è un diritto che va garantito a tutti i pazienti nei limiti dettati dall’operatività dei reparti ospedalieri e dalle necessarie procedure di sicurezza e di prevenzione del contagio -osserva l’assessore regionale alla Sanità, Icardi– L’elevato livello di copertura vaccinale raggiunto soprattutto tra la popolazione più fragile e maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 consente una revisione delle linee di indirizzo per l’umanizzazione delle cure ospedaliere in modo da favorire il più possibile l’incontro tra i ricoverati e i loro congiunti. Si tratta di indicazioni che ogni presidio ospedaliero declinerà nella propria specifica realtà organizzativa, non sovrastando l’autonomia e la responsabilità dei singoli professionisti sanitari nell’adottare le decisione più appropriate, caso per caso, con il coinvolgimento dei medici di reparto, degli infermieri e degli psicologi clinici”.

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