A Palazzo Lomellini di Carmagnola la mostra “L’autunno. Gli autunni”

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Venerdì 17 novembre inaugura la nuova mostra di arte contemporanea ospitata dalla galleria civica di Palazzo Lomellini a Carmagnola, dal titolo “L’Autunno. Gli Autunni”, a cura di Elio Rabbione.

mostra Palazzo Lomellini Carmagnola
Dettaglio di un’opera dell’artista carmagnolese Mariarosa Gaude dedicata al Bosco del Gerbasso di Carmagnola, in mostra a Palazzo Lomellini dal 17 novembre al 17 dicembre 2023

Un folto gruppo di 44 artisti, tutti appartenenti all’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, operante in unione con il Comune di Carmagnola e l’Assessorato alla Cultura, propone la mostra “L’Autunno. Gli Autunni”, curata da Elio Rabbione nelle sale della galleria civica di piazza Sant’Agostino, tra oli su tela e tecniche miste e acquerelli su supporti differenti.

L’inaugurazione è in programma venerdì 17 novembre 2023 alle ore 18; la mostra rimarrà allestita e visitabile sino al 17 dicembre, a ingresso libero e con i seguenti orari di visita: giovedì, venerdì, sabato dalle 15:30 alle 18:30; domenica 10:30-12:30 e 15:30-18:30.

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«Un percorso pittorico, con un paio di incursioni scultoree che attraversa innanzitutto quei mesi che ci immettono nel freddo più concreto (qualcuno degli artisti nello spazio che lo riguarda ha parlato anche di “vuoto”) dell’inverno –racconta il curatore- Mesi dove è contemplata sì la stagionalità, quindi i boschi ingialliti, le ombre più marcate e i raggi del sole che a fatica riescono a intrufolarsi nel folto, i frutti di queste giornate e anche i mercati che li espongono, le nebbie e i pensieri che vanno alla stagione calda appena trascorsa, i fiori nuovi in crescita, i cieli che iniziano a ingrigire».

Prosegue Rabbione: «Poiché la mostra vuole mettere in evidenza anche simbolicamente gli Autunni, ampliando il titolo e lo sguardo, soffermandoci un attimo al di là del suo significato più immediato, che ha le sembianze più nascoste di una “discesa” o di una rinuncia, di un affievolirsi dei sentimenti, di una civiltà che sta infelicemente esponendo i propri tratti ormai più affievoliti, di un’epoca che è lo specchio ostile di un comportamento, di un falso ragionare e di un pretesto, di una violenza, di una lotta; di uno scavo a tratti anche sgradito nell’area dei ricordi, nel voltarsi indietro a cercare una speranza, a guardare fuori della finestra a rintracciare un po’ di luce, di un’età non più brillante e dei volti segnati dal tempo, del disagio mal sopportato che può sorprendere ognuno di noi».

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“L’Autunno. Gli Autunni” è l’ennesima occasione per riunire nelle sale di Palazzo Lomellini un nutrito gruppo di artisti (tra gli altri, Andreina Bertolini, Anna Branciari, Giorgio Cestari, Dario Cornero, Giancarlo Costantino, Ezio Curletto, Vincenzo Del Duca, Lidia Delloste, Mariarosa Gaude, Giacomo Gullo, Lia Laterza, Giancarlo Laurenti, Adelma Mapelli, Bruno Molinaro, Anna Maria Palumbo, Elio Pastore, Luisella Rolle, Giacomo Sampieri e Mara Tardon), estremamente attivi, affermati in mostre e premi.

Nuova occasione per presentare opere non nuove o recentissime, il momento per invitare il pubblico a guardare con ammirazione, a giudicare, a raffrontare, in uno scambio di vivaci idee che non possono non essere l’anima efficace e sempre viva di ogni percorso artistico.

Un’occasione per ritrovarsi, per gustare ancora una volta quella socialità di cui molti, oggi, sentono il bisogno.

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Il vicesindaco e assessore alla Cultura, Alessandro Cammarata, presenta così la mostra: «Le sale della nostra Galleria ospitano nuovamente gli artisti dell’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”, il cui gruppo è recentemente cresciuto. Quasi una cinquantina, oggi, a rivestire d’immagini nelle più differenti tecniche, il soggetto dell’autunno: in un titolo ampliato che esprime “L’Autunno. Gli Autunni”. Artisti invitati a riflettere su un unico tema, per ripensare alla stagionalità come al tempo delle confessioni, dei ricordi, del tramontare di un sentimento o di un pezzo di vita, privata o pubblica. Un’occasione, anche per i visitatori, per soffermarsi dinanzi a ciascuna delle opere e ripensarle in questi termini, magari adattandole alle proprie esperienze e alla sensibilità che ognuno di noi nutre. Un’opportunità per costruire un percorso personale ed esprimere emozioni collettive all’interno di un luogo che, ogni giorno di più, è considerato un perfetto contenitore di cultura e di incontri, rappresentazione eccellente del volto culturale della nostra città».

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