La CGIL va all’attacco di Comune, Asl TO5 e Regione per il blocco dei contributi destinati all’assistenza domiciliare alle persone non autosufficienti nel territorio del Consorzio CISA 31: «una situazione vergognosa».

Toni duri da parte della CGIL nei confronti del congelamento dei fondi destinati all’assistenza domiciliare delle persone non autosufficienti sul territorio del CISA 31, il Consorzio socio-assistenziale dei Comuni di Carmagnola, Carignano, Castagnole, Lombriasco, Osasio, Pancalieri, Piobesi e Villastellone.
Il sindacato denuncia una situazione insostenibile per 183 cittadini fragili del territorio, di cui 56 con patologie gravissime e 127 con patologie gravi, alimentando una polemica già sollevata nei giorni scorsi dal Partito Democratico, sia a livello locale che in Regione.
La CGIL parla di “cittadini sostanzialmente abbandonati dai Comuni e dall’Asl”, con conseguenze drammatiche per loro e per le famiglie.
«Vivere con questa privazione costringe anche a rinunciare alla propria dignità –si legge in una nota diffusa ai media– E pesa enormemente sui congiunti, costretti a sopperire economicamente a questa negazione di diritto».
Il sindacato punta il dito contro la mancanza di risorse e di programmazione a livello istituzionale: «da tempo il costo dell’assistenza socio-sanitaria non è una priorità del governo nazionale e regionale: i ritardi nei trasferimenti e l’aumento dei costi stanno generando situazioni di dissesto nei bilanci dei Consorzi».
La CGIL chiede quindi alla Regione Piemonte di erogare con tempestività fondi adeguati alle reali necessità dei territori, per evitare che ai cittadini più deboli venga negato il diritto all’assistenza.
Nel mirino finiscono però anche i Comuni consorziati, accusati di non intervenire con la dovuta urgenza: «Ci chiediamo quali siano le priorità: i festival e le manifestazioni o la salute e il benessere dei propri cittadini?».
Il messaggio sindacale si chiude infatti con un appello alle amministrazioni locali affinché “si facciano carico economicamente e politicamente del problema”, esercitando “la necessaria pressione nei confronti della Regione per rendere disponibili risorse adeguate alla reale esigenza dei cittadini più vulnerabili”.












































