Ondata di gelo: duro colpo per l’agricoltura in Piemonte, a partire dai vigneti

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Pesante il bilancio dell’ondata di gelo dei giorni scorsi in Piemonte, che ha danneggiato soprattutto i vigneti: Confagricoltura stima un danno di 18 milioni di euro.

gelo piemonte
La recente ondata di gelo in Piemonte ha danneggiato soprattutto i vigenti (foto: pagina Facebook Confagricoltura Piemonte)

L’ondata di gelo artico -che, nella notte tra il 7 e 8 aprile, ha fatto scendere i termometri a minime di 8,5° gradi sotto zero nella pianura del Po- ha provocato danni significativi alle colture del Piemonte, a partire dai vigneti.

Lo rilevano i tecnici di Confagricoltura, impegnati nei sopralluoghi nelle aree più colpite, in particolare il Saviglianese e il Saluzzese. “I danni sono fortunatamente localizzati, ma tali da creare rilevanti ripercussioni economiche sulle imprese colpite“, spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte.

Complessivamente la superficie danneggiata è di circa 5.000 ettari, su un totale di circa 43.714 ettari che è la superficie complessiva del vigneto piemontese, con percentuali di danno che vanno dal 20 fino a oltre il 40%. Colpiti in particolare i giovani impianti: occorrerà attendere ancora una quindicina di giorni per capire se gli innesti potranno riprendere l’attività vegetativa.

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Nel Cuneese si segnalano, in particolare, alcuni danni nel Roero e nelle zone un po’ più anticipate del Barolo e Barbaresco dove le viti avevano iniziato a vegetare con i primi germogli. “Stimiamo un danno del 15-20% delle gemme colpite su una superficie di circa 3.000 ettari“, dichiara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo.

In Provincia di Torino si segnalano criticità soprattutto nel Pinerolese e in alcune aree del Canavese, che interessano un totale di circa 200 ettari. Colpite anche alcune aree nell’Alessandrino, nel Novarese e nel Vercellese.

Si tratta di una prima stima, quantificata in modo ancora molto approssimativo, che potrà ancora essere aggiornata nelle prossime due settimane –conclude Zuccaro– Tenendo presente soltanto il valore dell’uva che non si raccoglierà e il rimpiazzo delle barbatelle di vite, ci porta a quantificare un danno complessivo di circa 18 milioni di euro a livello regionale“.

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