PFAS e tetracloroetilene nelle acque, allerta nel Carmagnolese

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Scontro a distanza tra gli ambientalisti di Greenpeace e la Smat sullo stato delle acque in Piemonte, comprese quelle di tre Comuni dell’area carmagnolese, per la possibile presenza di PFAS, molecole cancerogene. Intanto a Carmagnola si proroga il divieto relativo ai pozzi di mezza città legato all’inquinamento da tetracloroetilene.

Greenpeace PFAS
Greenpeace denuncia di aver effettuato analisi delle acque potabili di molti Comuni piemontesi riscontrando la presenza di PFAS (foto: Greenpeace.it)

Il presunto inquinamento delle acque potabili in Piemonte con le molecole cancerogene PFAS è al centro di uno scontro a distanza -che coinvolge diversi Comuni, anche dell’area carmagnolese- tra l’Associazione ambientalista Greenpeace e la SMAT, ditta che gestisce la rete idrica sul territorio.

«Ben 125mila persone potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFOA, una molecola appartenente al gruppo dei PFAS che di recente l’OMS ha classificato come cancerogena per l’uomo», denunciano gli attivisti dopo aver avuto accesso a dati pubblici e annunciando di aver svolto anche campionamenti indipendenti.

Nei giorni scorsi è stato anche pubblicata una mappa con i Comuni “a rischio”: tra questi Cambiano, Piobesi Torinese e Carignano. I campionamenti -riferiti a circa un anno fa- sarebbero risultati sempre positivi nei primi due casi e una volta su due a Carignano. PFAS assenti, invece, nei dati relativi a Lombriasco, Pancalieri e Virle.

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Ai dati degli ecologisti risponde però la SMAT: «L’acqua distribuita è sicura, costantemente controllata e perfettamente rispondente a tutti gli standard sanitari prescritti dalla legislazione vigente -dichiara il presidente Paolo Romano- Per quanto riguarda i PFAS sono stati analizzati i parametri, riscontrando concentrazioni ben inferiori al limite di legge».

L’azienda idrica rimanda quindi al proprio sito, dove sono riportati i valori dei campionamenti di controllo periodici effettuati in ciascun Comune.

In ogni caso Greenpeace ha deciso di andare a fondo con la questione, presentando esposti in Procura: «Chiediamo alla Magistratura di indagare perché finora chi dovrebbe garantire la sicurezza della cittadinanza si è limitato a cercare di sminuire il problema», si legge in una nota.

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Intanto la questione delle acque contaminate -seppure per altre ragioni- torna di attualità anche a Carmagnola, dove il Comune ha emesso l’ennesima ordinanza di proroga al divieto di consumo e utilizzo delle acque dei pozzi in buona parte della città, vista la permanenza nelle falde di tetracloroetilene derivante, presumibilmente, dal sito contaminato dell’ex lavanderia industriale Italdry di frazione Bossola (da poco in fase di bonifica).

La presenza dell’agente inquinante è stata infatti riscontrata anche nei prelievi del mese di febbraio 2024 e le misure cautelative sono state rinnovate per altri 12 mesi.

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Il divieto riguarda in particolare la zona ovest del territorio cittadino, comprendente frazione Bossola, tutto borgo San Bernardo e la parte sud di San Michele. Qui tutti i dettagli dell’ordinanza.

In ogni caso il rischio, a Carmagnola, non riguarda l’approvvigionamento dell’acqua potabile.

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