Registrati oggi a Carmagnola 130 casi di positività al Covid-19, il 48% in più rispetto a due giorni fa. Intervista al sindaco Gaveglio: “Criticità nei nuclei familiari, RSA sotto controllo. L’attenzione è sempre rivolta al San Lorenzo”.
Sono 130 i casi di positività al Covid-19 registrati ufficialmente nella giornata di oggi, 22 ottobre 2020, a Carmagnola: il 48% in più rispetto a soli due giorni fa, un dato superiore anche alla media territoriale.
Risulta in crescita, parallelamente, pure il rapporto tra in numero di contagiati e i residenti, che ora è di 4,49 positivi ogni mille abitanti, mentre martedì era di 3,04.
A titolo di confronto, in uno dei picchi massimi registrati in città a fine aprile 2020, furono rilevati 251 casi, pari a 8,66 contagi ogni mille abitanti, circa il doppio di adesso.
Sul dato carmagnolese odierno, interviene il sindaco, Ivana Gaveglio: “Il punto non è tanto il numero dei positivi, ma la gravità della malattia: il decorso è sicuramente impegnativo, ma può essere non doloroso e grave. Altra cosa se subentrano complicazioni: ecco perché la nostra attenzione è sempre rivolta al San Lorenzo“.
All’ospedale cittadino, fortunatamente, al momento la situazione è stabile e decisamente più tranquilla rispetto alla scorsa primavera: una trentina i ricoverati, di cui nessuno in rianimazione.
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Quali sono le maggiori criticità a livello cittadino? “Al momento, l’attenzione è concentrata sui nuclei famigliari -specifica il sindaco- In Carmagnola, a oggi, le RSA sono invece sotto controllo: gli ospiti e gli operatori sono monitorati regolarmente“.
Come procede, in generale, il monitoraggio del virus sul territorio? “Ogni giorno nella nostra città vengono effettuate centinaia di tamponi (al drive-in di piazza Italia e all’hotspot per le scuole di piazza Manzoni, ndr). Inoltre contiamo che i test rapidi, annunciati dalla Regione, possano a breve ridurre le attese, alleggerendo code e laboratori”.
Gaveglio conclude quindi con un appello a tutti i suoi concittadini al rispetto delle regole anti-contagio, a partire dal corretto utilizzo delle mascherine, dal mantenimento delle distanze interpersonali e dalla disinfezione delle mani: “Non dimentichiamo che essere positivi implica automaticamente bloccare noi stessi e chi vive con noi -sottolinea- Ricordiamoci anche sempre che i nostri comportamenti condizionano il tempo di chi ci cura“.
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