Deposito delle scorie nucleari, fine dell’incubo per Carmagnola?

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Stando alle nuove bozze della CNAI, la Carta nazionale delle aree idonee, Carmagnola potrebbe essere stata esclusa dai possibili siti in cui realizzare il deposito nazionale delle scorie nucleari.

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Stando alla bozza della Carta nazionale delle aree idonee (CNAI) il sito di Carmagnola sarebbe escluso da quelli in cui potrebbe essere costruito il futuro deposito nazionale delle scorie nucleari

Finirà presto l’incubo del deposito nazionale delle scorie nucleari per gli abitanti di Carmagnola e del territorio limitrofo?

Se la notizia risultasse confermata, i cittadini di Carmagnola avrebbero conseguito una grande vittoria nella battaglia portata avanti con determinazione per la difesa del territorio, dell’economia e della salute pubblica“.

Il sindaco Ivana Gaveglio commenta così la notizia della pubblicazione, da parte del settimanale “L’Essenziale” della bozza della Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) inviata a marzo dalla Sogin al Ministero della Transizione ecologica, non ancora approvata definitivamente e quindi non ancora pubblicata.

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Nella versione precedente, la CNAPI (Carta delle aree potenzialmente idonee) indicava 67 potenziali aree di localizzazione in tutta Italia, tra cui una a nord dell’abitato di Casanova, al confine con Poirino.

Nella bozza della CNAI i siti si sarebbero ridotti a 58 e Carmagnola risulterebbe esclusa dall’elenco proposto. “Ci auguriamo che l’esclusione della nostra città sia confermata in sede di approvazione definitiva della carta“, conclude il sindaco.

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La bozza della nuova Carta, da cui risulterebbe essere scomparso il sito di Carmagnola: il documento deve comunque ancora essere ufficializzato dal Ministero della Transizione ecologica [cliccare per ingrandire]
Esulta anche l’assessore regionale Maurizio Marrone: “Se il depennamento fosse confermato, saremmo di fronte a una vittoria che ci rende orgogliosi e di cui beneficerà tutto il territorio“, scrive in un comunicato.

E prosegue: “Fin dal primo blitz, avvenuto senza un’adeguata consultazione dei territori interessati, avevamo denunciato come l’area di Carmagnola, eccellenza dell’enogastronomia piemontese, fosse inadatta a ospitare un deposito di questo tipo. I lunghi mesi di approfondimenti con gli uffici comunali del territorio hanno soltanto confermato queste perplessità“.

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Grande soddisfazione è stata espressa pure da parte del consigliere regionale Davide Nicco, che ha sostenuto svariate iniziative messe in atto nei mesi scorsi contro questa eventualità: «È una vittoria e un sospiro di sollievo per un territorio di elevato valore ambientale e dalle produzioni agroalimentari di eccellenza. Dalla raccolta firme alle manifestazioni con gli agricoltori e i loro trattori, le amministrazioni, i cittadini e le categorie produttive hanno espresso in ogni modo la propria opposizione».

Nicco chiede però che il Governo ora faccia chiarezza sulla vicenda: «Mi chiedo a questo punto come sia possibile che questa bozza sia ferma dallo scorso marzo al Ministero per la Transizione ecologica e non sia stata discussa, modificata e approvata, e soprattutto che non ne sia stata data comunicazione alcuna alle amministrazioni e ai cittadini interessati, venuti a conoscenza solo per caso attraverso un’inchiesta giornalistica -conclude l’ex sindaco di Villastellone- Mi auguro che il Ministero ora voglia informare in modo ufficiale le amministrazioni interessate, accelerando l’approvazione della CNAI e confermando la definitiva esclusione dell’area di Carmagnola da questo rischio».

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L’annuncio dell’inserimento di Carmagnola tra i possibili siti per stoccare le scorie radioattive italiane era arrivato, inaspettato, a inizio gennaio 2021. Da allora tutto il territorio si è mobilitato per sostenere le ragioni del “no”, tramite azioni politiche bipartisan, manifestazioni e petizioni, con migliaia di firme raccolte e inviate a Roma.

Successivamente si è svolto un seminario nazionale, in cui la città aveva avuto modo di presentare le proprie osservazioni, mettendo in luce diverse mancanze nella valutazione tecnica che aveva portato a definire “idoneo” il sito di Casanova.

Deposito nucleare nazionale, Carmagnola ha presentato le osservazioni