Pubblicato il fumetto “Le Mantidi”, esordio della carignanese Sara Dealbera

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Sara Dealbera, giovane illustratrice nata a Carignano, ha recentemente pubblicato il suo primo fumetto, intitolato “Le Mantidi”.

Una vignetta del fumetto ideato, scritto e disegnato da Sara Dealbera

È stato recentemente pubblicato il fumetto “Le Mantidi”, esordio della giovane Sara Dealbera – originaria di Carignano – che ha dimostrato il suo talento come illustratrice, ma anche come sceneggiatrice e colorista.

Sara Dealbera ha frequentato il corso di illustrazione allo IED (Istituto Europeo di Design) di Torino per poi proseguire i suoi studi all’Accademia delle Belle Arti di Bologna: proprio durante il corso di laurea in Linguaggi del Fumetto a Bologna la giovane ha imparato a disegnare i fumetti.

L’ispirazione per questo fumetto è nata infatti da un semplice compito del corso di scrittura del primo anno, che ha richiesto a Sara e ai suoi compagni la scrittura di un racconto sul tema del conflitto. La giovane spiega: “È nato quasi prima il titolo del racconto vero e proprio: l’idea della mantide è nata perché è un animale che ha un comportamento biologico secondo cui la femmina si nutre del maschio durante l’atto riproduttivo per avere più energie, mi piaceva perché è evocativo, ma non è troppo esplicito”. Alla laurea, quando l’autrice ha dovuto pensare ad un progetto più lungo e complesso da presentare, ha ripreso il racconto, ha deciso di scriverlo sotto forma di fumetto e lo ha ampliato aggiungendoci il colore.

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La protagonista del racconto si chiama Caterina, una ragazza cresciuta nella cascina di Tetti Lupa, un luogo in cui le donne si rifugiano e possono trascorrere una vita serena e lontana dai pericoli del mondo. Proprio per preservare la stabilità e la sicurezza del luogo, agli uomini è vietato l’ingresso. Però Caterina ha un amico, di nome Terzo, nato e cresciuto anche lui alla cascina. Terzo è spesso trattato male dalle altre donne, e un giorno succede un incidente che segna per sempre la vita di Caterina.

Caterina cresce, e ha la prima occasione di vedere il mondo esterno andando semplicemente al mercato, in cui osserva per la prima volta la vita quotidiana fuori dalla cascina: incontra degli uomini, e inizia ad avere le proprie idee circa le dinamiche all’interno della cascina. Caterina alla fine si trova davanti ad un bivio, in cui dimostra di essere una giovane donna che impara a capire dov’è la realtà e sa riconoscere il mondo in prima persona.

Nel racconto, non vengono specificati un tempo e un luogo precisi, e a questo proposito l’autrice spiega: “Il nome della cascina, Tetti Lupa, fa riferimento alle borgate piemontesi, ma non ho voluto specificare un tempo o un luogo specifici perché mi piaceva l’idea di non dare riferimenti in modo da permettere al lettore di concentrarsi sul contenuto della storia”.

La giovane illustratrice spiega inoltre che nel racconto non c’è nessun riferimento personale, dicendo: “Io ho un ottimo rapporto con la mia famiglia, ma ci sono dei temi comuni che penso facciano parte della crescita di ognuno di noi: pensare con la propria testa, e cercare di imparare a riconoscere il mondo in prima persona. L’unico tratto vagamente autobiografico è che la mia famiglia in parte arriva dalle borgate di Carignano”.

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