60 anni fa il primo satellite russo Sputnik I entrava in orbita intorno alla terra

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Il 4 ottobre del 1957 dal cosmodromo di Baikonur in Unione Sovietica veniva lanciato lo Sputnik 1 (in Russo “Compagno di Viaggio”), una sfera di alluminio di 58 cm di diametro contenente due trasmittenti sulle frequenze di 20,005 MHz e 40,002 MHz (MegaHertz) con l’irrisoria potenza trasmittente di 1 Watt, batterie e un termometro, alla sfera erano attaccate 4 antenne della lunghezza di circa 2,5 mt ciascuna.
Esso rimase operativo in orbita per 57 giorni compiendo 1400 orbite intorno alla terra (compiva circa 25 giri intorno al mondo in un giorno) e percorrendo 70 milioni di chilometri (quasi 180 viaggi tra la Terra e la Luna !), infine bruciò nel rientro con l’atmosfera, ma grazie a questo iniziò l’esplorazione spaziale che vide qualche anno più tardi protagonista anche l’uomo, ma questa è un’altra storia.
Per rievocare l’importante evento, nel giorno di sabato 2 settembre (sino a domenica 3 settembre) si terrà al Museo della Comunicazione di Claudio Gilardenghi alla Cittadella di Alessandria, via Pavia 2, ore 10:00 a cura dell’AIRE Piemonte (Associazione Italiana Radio d’Epoca), A.R.I. (Associazione Radioamatori Italiani) e FAI (Fondo Ambiente Italiano),  l’intercettazione e ricezione del segnale, nella ricostruzione del Centro Radio  Ascolto Spaziale Torre Bert dei fratelli Judica Cordiglia, all’epoca due giovanissimi appassionati radioamatori i quali intercettarono per primi il segnale dello Sputnik, nel bunker situato sulle colline torinesi. Durante la  fedele rievocazione il segnale verrà trasmesso simulando il lancio del satellite da Tavarone sopra Genova sabato mattina. Nel sito di Alessandria si terranno i festeggiamenti per ricordare i 60 anni dall’evento, e si potrà rivivere il momento storico con uno dei due fratelli Giovanni Judica Cordiglia, nella sala radio del bunker. Tutti invitati a partecipare a un pezzo della storia mondiale umana che ha avuto come protagonisti due giovani radioamatori sul territorio piemontese, frantumando per la prima volta la spessa barriera che c’era tra fantascienza e scienza e creando tra lo Spazio e la Terra un filo conduttore alla portata dell’umanità, appena pochi anni dopo l’invenzione della televisione unico e più avanzato mezzo, di quell’epoca, per viaggiare pur non muovendosi da casa.

Riccardo Borelli