Il Carmagnolese: rubrica mensile “La città, il suo sindaco”

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Con l’uscita di “Novembre 2016”, il mensile “Il Carmagnolese” ha avviato una rubrica di “filo diretto” tra i lettori e l’Amministrazione comunale, grazie alla disponibilità in prima persona del sindaco Ivana Gaveglio a rispondere mensilmente a una lettera – scelta a incontestabile parere della Redazione tra quelle pervenute – su tematiche di interesse generale per la città di Carmagnola.

Questo mese la lettera firmata è di un lettore:
Premessa: le stesse considerazioni le avrei fatte anche se il giorno in cui le scuole sono state chiuse avesse piovuto. Il fatto che venerdì 25 novembre già al mattino alle 6 non piovesse più, e la temperatura fosse di 11 gradi, e in mattinata splendesse il sole, rende solo la situazione ancora più grottesca.
Ma facciamo un passo indietro al giorno precedente, giovedì 24 novembre.
Piove a dirotto, e questo sta causando disagi e danni nel Cuneese e nel Saluzzese. Per fortuna Carmagnola non è interessata da questa situazione: strade e ponti di collegamento sono tutti aperti e agibili.
Le previsioni meteo dicono che pioverà ancora tutta la notte, e il sindaco decide di chiudere le scuole. Ovviamente ogni sindaco ha il dovere di fare le proprie valutazioni, interfacciandosi con esperti e Protezione Civile. Ma proprio per questo dovrebbe a mio parere poi prendere delle decisioni che non abbiano come obiettivo primario il blindare aprioristicamente una situazione già di per sé sicura, ma quello di garantire alla cittadinanza la soluzione più equilibrata.
Cosa intendo? L’ordinanza del sindaco prevede la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Le Superiori sono le scuole che raccolgono studenti da tutto il territorio, anche limitrofo a Carmagnola, e quindi delle problematicità a strade provinciali e ponti comporterebbero delle difficoltà a raggiungere le scuole.
In più tenere a casa gli studenti delle Superiori non creerebbe nessun danno alle famiglie interessate, in quanto i ragazzi possono autonomamente gestirsi. Conclusione personale: ottima scelta chiudere le Superiori.
Passiamo ora a Medie, Elementari e Materne. Questo tipologie di istituti sono fondamentalmente a fruizione locale, quindi gli studenti per arrivare a scuola devono percorrere solo strade all’interno del Comune, senza quindi dover percorrere strade provinciali o ponti. Un po’ di pioggia può davvero rendere così avventuroso raggiungere le proprie scuole di appartenenza?
Ovviamente in questa categoria di istituti troviamo studenti che non sono in grado di rimanere a casa autonomamente e quindi il disagio alle famiglie è assicurato.
Conclusione personale: il rischio nel far sì che i bimbi vadano a scuola è praticamente nullo, mentre il disagio causato è elevato. Quindi perché chiudere questo tipo di istituti scolastici? Vi sembra logico che un Comune come Torino, con peraltro alcuni ponti di comunicazione chiusi e con tutti questi elementi di eventuale difficoltà al traffico moltiplicati almeno per dieci, non chiuda nessun tipo di scuola e invece Carmagnola sì?

Risponde il sindaco Ivana Gaveglio:
Egregio Concittadino, comprendo il disappunto di chi scrive la lettera per il disagio subito a seguito dell’ordinanza di chiusura delle scuole, ma in una situazione di allerta meteo-idrologica del livello segnalato il 24 novembre scorso era necessario fare delle scelte per tutelare il maggior numero di persone possibile. Il provvedimento di chiusura non ha messo in sicurezza solo gli studenti e gli operatori della scuola rispetto agli edifici, ma ha alleggerito di molto il traffico cittadino che negli orari di ingresso e di uscita è davvero significativo, e ha consentito alle forze dell’ordine di dedicarsi al monitoraggio dei tanti punti critici di tutto il territorio comunale e di prestare assistenza là dove necessario.
Se è vero, infine, che solo nelle scuole di secondo grado sono presenti allievi provenienti da paesi limitrofi, sono invece molti i genitori di studenti più giovani che per lavoro si spostano quotidianamente fuori dal territorio di Carmagnola e che avrebbero potuto incontrare imprevisti e ritardi nel viaggio. Chi scrive premette che avrebbe mantenuto la sua convinzione in caso di pioggia il 25 novembre, data anche l’alta temperatura. È importante comprendere, però, che 11 gradi centigradi in Carmagnola indicano lo zero termico a una quota molto elevata, con conseguente rischio di pioggia su un territorio molto più esteso.
L’esondazione del Po e del Maira nelle campagne carmagnolesi è avvenuta in gran parte in assenza di precipitazioni in città, ma a causa della grande quantità di acqua caduta a monte nei giorni precedenti. Viene giustamente riportato che a Torino le scuole sono rimaste aperte: il rischio di alluvione per il nostro territorio era presente già nella notte del 24 novembre, mentre la piena a Carignano era attesa alle 15 del 25 novembre e a Torino nella giornata di sabato, seguendo logicamente il percorso dei fiumi.
Al segnale di allerta da parte della protezione civile di Torino, secondo quanto previsto, è stata aperta la sala operativa di crisi costituita dal sindaco, dall’assessore incaricato, dai dipendenti comunali competenti, dai volontari della protezione civile, dai vigili del fuoco, dalla croce rossa, dalla sezione della protezione civile degli alpini, dai vigili urbani, dai carabinieri. È stato effettuato un monitoraggio continuo, un confronto con i paesi vicini, prestando assistenza alle persone in difficoltà.
Colgo l’occasione per evidenziare la grande professionalità di tutti gli operatori intervenuti e ringraziarli per la loro grande generosità. Si tratta di persone che da anni, volontariamente, si mettono a disposizione della cittadinanza svolgendo attività di monitoraggio e controllo del territorio, acquisendo le competenze indispensabili per affrontare le criticità e prendere le decisioni giuste nei momenti difficili.
Farò tesoro dei suoi consigli, con la consapevolezza che nel corso degli anni l’aumento della prevenzione ha salvato molte vite.