Dalla Cirulla alla Bestia: i giochi di carte tipici del Piemonte

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giochi carteDalla Cirulla alla Bestia: i giochi di carte tipici del Piemonte

I giochi con le carte sono uno dei divertimenti più diffusi in Italia. E questo da sempre. Esiste, infatti, una lunghissima tradizione verso questo divertimento ludico popolare che risale ai tempi antichi quando all’incirca intorno al 1500 vennero inventate le prime forme di carte da gioco come le concepiamo oggi. Da allora non solo quasi ogni regione italiana ha personalizzato il proprio mazzo di carte ma si sono sviluppati nei secoli tantissimi giochi interessanti e coinvolgenti. A volte sono diversissimi da regione a regione ma in altri casi sono molto simili con qualche tipo di variante che personalizza il gioco. Parliamo di giochi classici della tradizione italiana come la scopa, la briscola o il tressette ma anche giochi tipici di ogni regione. Come il Piemonte che porta nella sua tradizione giochi come la Cirulla e la Bestia. Oggi però come prevedibile tutti i giochi tradizionali negli ultimi anni sono stati costretti a cedere il passo ai giochi apprezzati su scala globale. L’esempio migliore è quello delle sale da gioco digitali che offrono slot machine online e vari giochi di carte: a prevalere sono poker o blackjack, ma anche scopa e briscola se consideriamo le opzioni italiane. Raramente c’è spazio per cirulla e bestia che comunque continuano a riscuotere un discreto successo soprattutto tra quanti non vogliono mettere da parte le proprie tradizioni e continuare ad apprezzare la semplicità dei giochi di una volta.

La Cirulla

La Cirulla è altresì nota come “acchiappaquindici” ed è un gioco che ha diverse somiglianze con il classico gioco della scopa. È infatti una sua variante inventata e diffusa più che altro nel Basso Piemonte, tra Alessandria, Asti e Cuneo. Come tradizione piemontese si gioca con un mazzo di carte a seme francese da 40 tessere e lo svolgimento del gioco è molto semplice. Un mazziere distribuisce le carte e ne offre tre coperte ad ogni giocatore mentre altre quattro, scoperte, vengono messe sul tavolo. Fin qui il gioco è uguale alla scopa e si mantengono le tradizioni di un gioco ancora oggi celebrato e giocato da giovani e meno giovani. Ma qui iniziano le differenze. Innanzitutto se le carte scoperte sul tavolo fanno una somma di 15 si assegna una scopa in favore del mazziere. Sono invece due scope se la somma delle carte scoperte sul tavolo è pari a 30. Si procede dunque al gioco dove il giocatore di mano può prendere una carta di pari valore a quella che ha in mano o due o più carte la cui somma fa il valore della carta che possiede. Esattamente come la scopa classica. Si può però effettuare una presa in più se la somma tra la carta messa a terra e quella presente sul tavolo è uguale a 15. Inoltre nella Cirulla c’è una presa in più, uguale al gioco dell’Asso Pigliatutto. Infatti il giocatore che possiede un asso prende tutte le carte presenti sul tavolo e realizza una scopa. Ma se c’è un altro asso sul tavolo il giocatore, in questo caso, può prendere solo l’asso a meno che la somma delle carte presenti “a terra” non sia quindici. Le peculiarità di questo gioco non finiscono però qui. Infatti esistono gli “accusi”, una particolare combinazione di carte che un giocatore deve mostrare agli altri partecipanti. Infatti nel caso in cui la somma delle tre carte possedute sia inferiore o uguale a nove si hanno tre punti; se si hanno tre carte uguali (si chiama “buona da dieci”) si ottengono dieci punti; se si ha in mano una sequenza di asso, 2 e 3 di quadri (denari, se si gioca con le carte a seme spagnolo), si fa una cosiddetta “scala piccola” o “cirulla piccola” e vale 3 punti; una “scala grande” o “cirulla grande” si ottiene se un giocatore ha in mano le tre figure di quadri, cosa che gli permette di avere 5 punti; infine si può anche realizzare un “cappotto” prendendo tutte le carte di quadri. In questo caso si vince automaticamente la partita.

La Bestia

I giochi di carte mantengono il proprio fascino ancora oggi, tanto da organizzare ancora tornei di giochi tradizionali molto partecipati anche nelle grandi città come Roma. E tra questi c’è un gioco mutuato dalla briscola: la Bestia. Organizzato attorno a un tavolo con 4 o 5 partecipanti, la Bestia si gioca in tre fasi di gioco: la distribuzione delle carte, si passa poi alla dichiarazione dei bussanti e si chiude iniziando a giocare le mani della partita. Ad ogni giocatore spettano tre carte coperte a testa in mano mentre un’altra, scoperta, si mette al centro del tavolo. Non appena il mazziere finisce di distribuire le carte, il primo giocatore alla sua destra inizia a giocare prendendo la carta scoperta a terra o lasciandola. Poi si gioca una carta e gli altri partecipanti devono rispondere con lo stesso seme se gli è possibile. Nel momento in cui tutti hanno concluso il proprio gioco, in base alle carte in mano si bussa e si ha la possibilità di cambiare le carte con altre nuove. A questo punto c’è la fase “della carta” dove il giocatore sempre alla destra del mazziere sceglie la propria carta da giocare. Gli altri che vogliono partecipare alla smazzata devono rispondere con una briscola o una carta di identico seme. La presa spetta al giocatore con briscola o con la carta più alta del seme giocato dal primo giocatore. Il piatto finale della smazzata viene assegnato a chi ha almeno completato tre prese. Ma allora perché prende il nome di “Bestia” questo gioco? Semplice, perché chi non è stato in grado di effettuare nemmeno una presa paga tutto il valore del piatto andando, appunto, “in bestia”.