Prevenzione incendi: dal 1° novembre vietato accendere falò

1521

In vigore la nuova legge regionale che impone fino al 31 marzo il divieto di accensione fuochi (anche controllati) per bruciare materiale vegetale, come foglie e ramaglie. Oltre a prevenire gli incendi, la normativa mira anche a migliorare la qualità dell’aria.

 

divieto accensione falò piemonte prevenzione incendiScatta a partire da giovedì 1 novembre, fino al 31 marzo 2019, il divieto di accensione di fuochi (anche se controllati) per bruciare materiale vegetale.
La norma è valida in tutto il Piemonte, essendo inserita nella nuova legge regionale emanata nelle scorse settimane dal presidente Sergio Chiamparino in materia di prevenzione degli incendi boschivi.

La misura adottata dalla Regione va anche nella direzione della tutela della qualità dell’aria, contribuendo a ridurre la percentuale di polveri sottili nell’aria.

I trasgressori potranno essere multati, con sanzioni che vanno da un minimo di 200 euro a un massimo di duemila.

Il divieto non è legato all’eventuale assenza o scarsità di piogge, con conseguente aumento della pericolosità, ma si estende in modo uniforme per cinque mesi.
In funzione delle misure necessarie alla prevenzione degli incendi boschivi, la legge prevede il divieto di abbruciamento diffuso di materiale vegetale su tutto il territorio regionale nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 marzo, ossia quando è più elevato il rischio di incendi boschivi, fatte salve specifiche deroghe“, sottolineano dalla Regione.

Vietato quindi anche accendere piccoli falò o fuochi controllati per eliminare la vegetazione (foglie e ramaglie), frutto della pulizia dei terreni, degli orti o dei boschi privati.

Queste norme rispondono alla necessità di tutelare i piemontesi e il loro territorio, fornendo inoltre uno strumento in più per la tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria -sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione Civile, Alberto ValmaggiaLa nuova legge fornisce anche una risposta chiara e omogenea nell’ambito della gestione di eventuali emergenze: i cambiamenti apportati a livello statale sul piano operativo, con l’assorbimento del personale del Corpo Forestale dello Stato tra le file dell’Arma dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco, ha infatti reso necessario rivedere l’intero sistema regionale di lotta agli incendi boschivi“.