Si svolge oggi alle 15 il funerale di don Giuseppe “Beppe” Cocchi, ex parroco a San Giovanni di Carmagnola ed a Virle Piemonte, nonché assistente religioso all’ospedale San Lorenzo e grande appassionato di montagna.
È in programma oggi, giovedì 7 settembre 2023, il funerale di don Giuseppe “Beppe” Cocchi, già parroco di Virle Piemonte e di borgo San Giovanni ed ex assistente religioso all’ospedale San Lorenzo di Carmagnola, deceduto martedì all’età di 81 anni.
Le esequie sono in programma alle ore 15 nella “sua” parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, presiedute dall’arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole.
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Don Beppe era nato a Carmagnola il 27 marzo 1942 e ordinato il 29 giugno 1968. Era quindi stato vicario parrocchiale a Barbania nella parrocchia di San Giuliano Martire (1968-1969) e poi a Cumiana nella parrocchia di Santa Maria della Motta (1969-1980).
In seguito fu parroco per 16 anni, dal 1980 al 1996, a Virle Piemonte, nella parrocchia di San Siro Vescovo, svolgendo anche il ruolo di docente di Religione nella scuola media di Pancalieri.
Quindi, per i successivi 21 anni, dal 1996 al 2017, ha diretto la Parrocchia carmagnolese di San Giovanni Battista, fino all’arrivo dell’attuale parroco don Giovanni Manella.
È stato inoltre assistente ecclesiastico diocesano della Federazione provinciale di Coldiretti – Confederazione nazionale Coltivatori Diretti dal 1997 al 2015 e assistente religioso all’ospedale San Lorenzo di Carmagnola dal 2009 al 2018.
Molto amato dai suoi ex parrocchiani, don Beppe Cocchi a San Giovanni è ricordato innanzitutto per il restauro della chiesa e per la costruzione dell’oratorio, simbolo del suo impegno a a favore dei giovani, concretizzatosi anche nell’organizzazione dell’estate ragazzi.
Ha anche costituito un gruppo di volontari per organizzare momenti conviviali e di incontri di riflessione e di preghiera.
Tra le sue passioni vi era anche quella per l’alpinismo e lo sci. Il primo incontro con la montagna avvenne all’età di sette anni, quando andava a servire la messa e il canonico Pietro Cortassa organizzava gite per i chierichetti: la prima fu al lago di Pontechianale, in Valle Varaita.
Anche l’esperienza in seminario a Giaveno, dal 1953, ha permesso al giovane Giuseppe di approfondire la conoscenza e l’amore per i monti, che è durato per tutta la vita: negli ultimi anni, debilitato da alcune operazioni, il sacerdote ha infatti dedicato gran parte del suo tempo libero alla lettura di imprese alpinistiche.
Fino a quanto il fisico lo ha sorretto, però, è stato sempre molto attivo, con un curriculum di tutto rispetto come alpinista: sette volte sul Monviso, di cui una salendo dalla Cresta Est; una sul Rocciamelone, tre volte sul Gran Paradiso, cinque sul Castore (partendo da Gressoney la Trinitè a mezzanotte per poter arrivare al rifugio Quintino Sella alle 7 e in vetta alle 10, in modo da tornare a celebrare la messa delle 18), oltre a Breithorrn, Cournour, Brich Boucie, Brich Round e conca dei 13 laghi.
Non mancano neppure le imprese con gli sci: sette volte la discesa dall’Aiguille du Midi, sul Monte Bianco, da oltre 3800 metri fino a Chamonix; dieci volte da Plateau Rosà a Zermatt, oltre a svariate gare organizzate dalle diverse Diocesi dell’Arco Alpino -tra Italia, Francia e Svizzera- con la partecipazione di sacerdoti cattolici e pastori protestanti.
Il Cai di Carmagnola dà vita a un museo dedicato a Sci e Alpinismo