Qualità dell’aria in peggioramento a Carmagnola: i dati 2023

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Sono stati pubblicati i dati della campagna “Che aria tira” 2023, relativa all’inquinamento atmosferico da biossido d’azoto: i valori di Carmagnola risultano peggiori rispetto agli anni passati. Monitoraggi anche a Carignano e Casalgrasso.

dati aria carmagnola 2023
I dati 2023 della qualità dell’aria a Carmagnola, Carignano e Casalgrasso sono stati monitorati nell’ambito della campagna “Che aria tira?” del Comitato Torino Respira

Il Comitato Torino Respira ha presentato l’analisi di cinque anni di monitoraggio civico della qualità dell’aria svolta con la campagna “Che aria tira”, annunciando anche i dati 2023 relativi all’area metropolitana di Torino, inclusi quelli riferiti a Carmagnola.

«L’edizione 2023, in cui si è monitorato il mese di febbraio, ha potuto contare su 546 risultati utili, che includono scuole e indirizzi privati a Torino (tra cui sei provette installate in corrispondenza delle centraline Arpa per validazione dei risultati) e in altri Comuni del Piemonte, tra i quali Carmagnola, Cuneo, Alba, Pianezza e Settimo», spiegano i promotori.

I dati raccolti, attraverso i campionatori passivi, riguardano il biossido di azoto: si tratta di un inquinante importante, di per sé pericoloso per la salute umana nonché precursore del particolato fine (PM10 e PM2,5) e dell’ozono, gli altri due inquinanti per i quali l’aria è spesso fuorilegge.

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I dati 2023 dell’aria a Carmagnola

Sul territorio del Comune di Carmagnola sono state una trentina le provette installate nell’ambito della campagna “Che aria tira?”, grazie alla collaborazione con il Circolo di Legambiente “Il Platano” e con la sezione cittadina di Pro Natura.

Il primo dato che salta all’occhio -a differenza degli scorsi anni- è la totale mancanza di “bollini verdi” (tranne che nel cuore del Bosco del Gerbasso), ovvero di aree in cui l’inquinamento risulta al di sotto di ogni limite di nocività previsto dalla legge e dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità.

Si nota, quindi, anche l’unico “bollino rosso” di tutto il Piemonte, escluse l’area cittadina di Torino e prima cintura e una zona nel centro di Cuneo: anche quest’anno il triste primato della peggiore aria cittadina va a via Torino a Salsasio, all’incrocio con via Mussetti nei prezzi della piazzetta.

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In generale, poi, sono presenti diversi casi di “bollino arancione”, sparsi purtroppo in tutte le zone del territorio: dal centro storico alla bretella sud, dallo svincolo dell’A6 a via Sommariva, ma anche a San Bernardo, alla Bossola e nei pressi di Casanova, zona “verde” fino a un paio di anni fa.

Arancione e giallo sono i colori che contraddistinguono anche le misurazioni effettuate a Casalgrasso e Carignano, nelle vie centrali e nei pressi delle scuole. Qui è possibile consultare la mappa completa di tutto il Piemonte.

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Cosa è successo in cinque anni in Piemonte

«“Che aria tira?” nel corso dei cinque anni ha coinvolto oltre un migliaio di cittadine e cittadini, decine di scuole e di associazioni e organizzazioni di volontariato della Città Metropolitana e di altre province del Piemonte -illustrano dal Comitato Torino Respira nell’introdurre i dati del quinquennio- Ha contribuito ad aumentare la conoscenza sullo stato di qualità dell’aria e la consapevolezza sulle sue cause e i suoi effetti».

Il 2019 è stato l’anno peggiore per la qualità dell’aria, mentre l’anno successivo ha rilevato una diminuzione drastica, anche per via del lockdown legato al Covid. In generale, però, negli ultimi quattro anni la situazione è rimasta stabile, con miglioramenti ancora molto limitati.

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In particolare, nel 2023, nel 14% dei siti misurati sono stati comunque rilevati valori di inquinamento atmosferico sopra i limiti di legge (ossia superano i 40 µg/m3), valore che è quattro volte superiore a quelli raccomandati dall’Oms (10 µg/m3). Tutti i siti misurati superano il valore raccomandato dall’Oms.

Anche i bambini e i ragazzi risultano esposti, al pari degli altri, alla “cattiva aria”: «Analizzando i dati relativi alle scuole più inquinate nei vari anni, la media dei valori tende leggermente a migliorare nel tempo, ma resta critica», sottolineano i promotori della ricerca.

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«Il quadro che abbiamo presentato conferma come il miglioramento della qualità dell’aria si sia praticamente fermato negli ultimi quattro anni e come sia necessario passare ad azioni più decise per tutelare la salute dei cittadini. Allarma soprattutto la situazione delle scuole», commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

Ora l’attività degli organizzatori continua, con altre azioni di sensibilizzazione e informazione sull’inquinamento dell’aria, compresa una nuova campagna di monitoraggio civico che, la prossima primavera 2024, riguarderà l’ozono, un inquinante presente soprattutto d’estate e in crescita anche a causa della crisi climatica.

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